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Magione
Essenzialmente basata sull’agricoltura, l’economia locale era comunque
dotata di ben altre potenzialità, sia in ambito commerciale, con il
nucleo abitato posto lungo un importante asse viario, la strada tra
Perugia e Cortona, che in altri settori produttivi. Per quanto concerne
il commercio occorre evidenziare come, oltre al mercato settimanale, in
Magione già alla metà del secolo XV doveva tenersi una fiera annuale. La
presenza di questi appuntamenti mercantili e soprattutto della via
suddetta, costituirono un notevole impulso anche allo sviluppo delle
attività ricettive. Due alberghi o osterie sono qui attestate alla metà
del secolo XIV. Tra le altre attività esercitate in quest’area, un posto
di rilievo spetta sicuramente alla molitura vista il numero di mulini
variamente attestati fin dal secolo XII. Parallelamente non va certo
sottaciuta la presenza di fucine e la pratica del mestiere di fabbro,
attestato dai vari toponimi medievali quali «Castellare dei Fabbri»,
«Fabbro», «Fonte del Fabbro» e «Valle dei Fabbri». Non va dimenticato,
alla fine di questa breve ricognizione sull’economia locale, che il
nucleo abitato si affaccia su una pianura che, fino al secolo XIII, era
in larga parte ricoperta da paludi e acquitrini. Come nel caso di altri
insediamenti a ridosso della stessa, anche questo doveva avere in
quest’area un fattore economico non certo trascurabile, così come erano
una risorsa di tutto rispetto i boschi che si estendevano all’intorno.
Il nucleo abitato, compreso tra la torre dei Lambardi e il castello dei Cavalieri di Malta, non ha subito grandi trasformazioni nei primi tre secoli dell’età moderna, ma la realizzazione della strada statale tra Perugia e la Toscana, all’inizio degli anni ’90 del secolo XIX, ha innescato tutta una serie di trasformazioni che soprattutto nel secondo dopoguerra, in particolare nell’ultimo trentennio, ne hanno accelerato lo sviluppo in maniera esponenziale. Per quanto concerne l’origine del nome moderno di questo luogo, Magione, appare evidente il suo legame con la struttura ospedaliera gerosolimitana che, nel 1379, è indicata come fortilitium mansionis domus S. Iohannis in villa Plani Carpinis ed è da notare come, a cavallo tra medioevo ed età moderna, si sia alternato al nome Magione quello di S. Giovanni di Pian di Carpine. In merito al nome medievale ritengo sia corretto non tanto guardare a Pian di Carpine che, come già accennato, si impose definitivamente nel secolo XIII ad indicare la zona cosparsa di piccoli nuclei abitati che finirono per far capo a Carpina, ma a quest’ultimo. Infatti, se Pian di Carpine deve ricondursi alla presenza dell’albero di carpine, così non è per Carpina che si lega all’etrusco carpe e carpnti, o al gentilizio, sempre etrusco, Carpnate -ti -pnti.
Autore:
Giovanni Riganelli
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