Il volume, nato come catalogo della mostra presentata al Museo della pesca di San Feliciano nel 1993, apre uno squarcio nel mondo della caccia agli uccelli acquatici praticata al Lago Trasimeno a partire dal sec. XV. Il lago, famoso dall’epoca romana per la sua pescosità e per l’abbondanza delle erbe palustri e dei volatili, da alcuni decenni a questa parte, a causa dell’antropizzazione delle rive e del disturbo dovuto alla navigazione a motore, ha gradualmente perso le sue ideali condizioni per la sosta e la riproduzione dell’avifauna. Da qui l’iniziativa della mostra volta a far conoscere una plurisecolare tradizione attraverso una ricca e diversificata documentazione (fonti d’archivio, opere letterarie, strumenti, ricostruzioni grafiche, plastici, diari di caccia, etc.), alla quale si aggiunge, in appendice, un glossario delle voci settoriali locali. Il visitatore è guidato non alla semplice ricerca del dato straordinario, ma alla formulazione di una sintesi di quanto ha visto. Tre sono le chiavi di lettura offerte dai curatori. La prima, antropologico-culturale, scopre nelle elaborate tecniche di cattura degli acquatici del Trasimeno, manifestazioni di una cultura molto antica, ben integrata nell’ambiente. La seconda concerne l’aspetto socio-economico e individua la caccia, almeno fino agli anni Sessanta del Novecento, come complemento della pesca per il sostentamento dei nuclei familiari locali. La terza investe la situazione ambientale del lago umbro, di cui l’avifauna, come l’ittiofauna, è indicatore biologico. Il volume è integrato da due contributi sulla caccia nell’antichità ad opera di Francesco Trotta e di Raniero Massoli Novelli. Il primo mostra come, in epoca classica, la caccia fosse un mezzo, per l’uomo, di mostrare il proprio coraggio ed avesse anche una valenza educativa; il secondo fornisce interessanti notizie sulla caccia agli uccelli acquatici nei tempi antichi tra le popolazioni più disparate.