Beni archeologici

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Montecolognola
SANTUARIO ETRUSCO DI PASTICCETTO
Si deve alla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria lo scavo, compiuto tra il 1984 e il 1986, di un santuario etrusco in località Pasticcetto, sulla sommità di uno dei rilievi maggiori della costa orientale del lago Trasimeno. La Soprintendenza intervenne dopo dall’ennesima segnalazione del rinvenimento nella zona di bronzetti votivi, in modo da bloccare l’azione distruttiva di scavatori clandestini e, congiuntamente, far luce sulla reale fisionomia di questi apprestamenti cultuali presenti nel territorio: i risultati furono sicuramente soddisfacenti.
Lo scavo permise la messa in luce di un piccolo ambiente quadrangolare in muratura a secco, pavimentato, scavato e incassato nel terreno; una sorta di vasca, nella quale doveva originariamente confluire l’acqua proveniente da una vicinissima fonte. Tra il materiale che riempiva questa struttura, emerse una discreta quantità di terrecotte architettoniche decorate e diversi elementi di copertura sempre in terracotta, materiali che furono da subito ricondotti ad una qualche struttura – certamente lignea – che in origine doveva coprire l’apprestamento, monumentalizzandolo. La vasca, dunque, doveva essere il centro cultuale del santuario, la stipe votiva entro la quale avveniva l’immersione rituale degli ex voto rinvenuti in ingente quantità al suo interno.
Il luogo sacro, presente in una forma di certo più semplice, dal punto di vista strutturale, già nel VI secolo a.C., ha avuto un periodo di massima fioritura tra il V e il III secolo a.C., culminante con la decorazione architettonica e “monumentalizzazione” dell’edificio sovrapposto alla stipe. La presenza di ceramica sigillata romano-imperiale e di monete del medesimo periodo, indicano una duratura frequentazione del santuario, seppur sporadica e non certo paragonabile a quella documentata per i secoli precedenti.
Dal punto di vista cultuale rimane tuttora difficile ricondurre il santuario a divinità specifiche: la quasi totale assenza, tra i bronzetti votivi antropomorfi, di figurine con fisionomie divine riconoscibili, fa propendere verso divinità generiche legate al mondo agricolo e pastorale, nonché al culto delle acque sorgive. Qui si veniva per venerare la fonte di vita primaria, per propiziare i raccolti e “richiedere” alle divinità la buona resa delle greggi. A frequentare il santuario dovevano essere non solo gli abitanti dei piccoli insediamenti sparsi nel territorio – perlopiù agricoltori e allevatori di non altissimo profilo economico –, ma anche coloro i quali muovevano dall’area perugina al lago: il sito, infatti, si situava tra le maggiori arterie stradali della zona. I materiali più significativi provenienti dal santuario sono oggi esposti nella sala dedicata all’archeologia classica dell’Antiquarium di Corciano.

Autore:   Alessio Renzetti

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