Stefano Chiacchella in mostra alla Torre dei Lambardi di Magione
Si inaugura sabato 9 agosto, ore 17.30, Torre dei Lambardi di Magione la personale "A Tower with a view/Torre con vista” dell’artista Stefano Chiacchella, nell’ambito della XXXV° edizione della Settimana Magionese. Interverranno Giacomo Chiodini, sindaco di Magione; Vanni Ruggeri, consigliere delegato ai beni e alle attività culturali; Viviana Tessitore, curatrice; Guido Buffoni, giornalista. Sarà presente l’artista. A seguire momento conviviale offerto dall’associazione turistica Pro Magione.
Nato a Castiglione del Lago, Chiacchella vanta una lunga e solida presenza nel mondo dell’arte con esposizioni in Italia e all’estero, prestigiose collaborazioni con gallerie e istituzioni di fama internazionale, i suoi lavori sono stati recensiti in molte riviste di settore cartacee e on line, le suo opere si trovano in collezioni pubbliche e private. in Italia e all’estero..
Docente presso l’istituto Bernardino di Betto di Perugia, Chiacchella è ritenuto esponente dell’arte pop anche se, come spiega la curatrice della mostra, Viviana Tessitore «ha attinto ovunque in una fame onnivora di immagini, ha scandagliato le realtà, tante realtà e le ha restituite nella tela».
Realtà che, riportate sulla tela e esposte negli spazi della Torre dei Lambardi, dialogheranno con l’antico edificio trecentesco, «proseguendo nel solco dell’impegno dell’Amministrazione – è il commento di Vanni Ruggeri, consigliere delegato ai beni e alle attività culturali - di entrare con convinzione e con una propria peculiare proposta operativa nelle correnti magmatiche dell’arte e della cultura contemporanea, gli spazi espositivi della Torre si adattano con estrema naturalezza a farsi luogo di accoglienza di generi sempre diversi e nuovi, ospitando artisti di rilievo che si distinguono e si confermano per originalità e forza della propria ricerca espressiva».
Un dialogo in cui entrano, condensate nell’arte di Chiacchella, una realtà complessa e multiforme realtà fatta di personaggi fluttuanti tra jazz, black music e scorci di Perugia; «perché la realtà è questa – spiega ancora la curatrice - , è complessa e in espansione e il disordine delle immagini è elemento fondante della modernità. Descrivere le opere di Stefano è descrivere il mondo, il mondo fatto a pezzetti, tanti personaggi, tante identità e ruoli e una sola persona. "L’identità di ogni individuo è la somma di tutti i ruoli che copre”, hanno già scritto, e Stefano, con grande spirito riflessivo, utilizza una lente e ingrandisce e ingrandisce e comincia a raccontare. Quello che vede, quello che immagina, quello che crede.