Chiese

G. Riganelli, Religione e strutture religiose in area magionese dall’antichità ai primi secoli dell’età moderna, in Magione: venti secoli di storia, cultura, ritratti e spiritualità, Magione 2001, pp. 1-177; L. Strozzieri, Chiesa parrocchiale di Magione, in Gerardo Dottori pittore a Montesperello e nel Pian di Carpine (1949-1989), a cura di S. Poggioni, Montesperello (Magione), 1989; A. Migliorati - S. Papini - A. Pesola, Gerardo Dottori. Pittura murale /1: da Perugia al lago Trasimeno, con introduzione di M. Duranti, Perugia 2001; Dottori dei castelli e del lago, a cura di M. Duranti - A. Baffoni - F. Duranti - M. Galletti, Perugia 2008


Magione
CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA
Questa struttura religiosa dovette edificarsi alla fine del secolo XIII o, al più tardi, nei primi anni del Trecento, in concomitanza con l’edificazione del castello di Montecolognola, questione che aveva generato una spaccatura dell’antica unità parrocchiale della zona, quando l’intera fascia territoriale tra Torricella e la pianura ad est di Magione, fino all’attuale torrente Forma Nuova, era pertinente alla pieve di S. Maria di Campiano oggi scomparsa. La chiesa fu edificata dai Gerosolimitani, gli attuali Cavalieri di Malta, e la prima menzione della stessa risale al 1332. La chiesa di S. Giovanni Battista, nel Cinquecento, era dotata di un piccolo cimitero che si trovava sul lato meridionale della stessa. A navata unica e con un campanile a vela dotato di due campane, la facciata attuale, in stile barocco, si realizzò sul finire del secolo XVII, dopo un allungamento della struttura. Non a caso in essa, nel 1732, sono attestati ben sette altari che danno pienamente conto della sua capienza. La chiesa fu radicalmente trasformata sul finire degli anni ’30 del secolo XIX quando l’architetto Luigi Paoletti, intervenendo sulle strutture accessorie, riuscì a ricavare la conca absidale e il transetto. L’attuale campanile fu realizzato nella seconda metà del secolo XIX. Rovinatasi a causa dei bombardamenti subiti da Magione durante il passaggio del fronte nel corso della seconda guerra mondiale, fu risistemata nell’immediato dopoguerra abbellendo il suo interno con dipinti di Gerardo Dottori, realizzati nel biennio 1948-1949. Vere e proprie opere d’arte del pittore futurista, questi dipinti compongono un ciclo «che comprende "L’Annunciazione dell’angelo alla Madonna”, "Il Battesimo di Gesù nel fiume Giordano”, "L’apparizione di Gesù a S. Margherita Alacoque”, due Angeli ai lati dell’organo, il fondo per l’altare del Crocifisso e infine i quattro Evangelisti raffigurati sulla volta sopra l’altare maggiore». Nella chiesa, è il caso di porlo in evidenza, si conserva un pregevole Crocifisso ligneo di autore ignoto del secolo XVII.

 


FOTOGALLERY
 
 
 
 
Web Agency: Graficherò