Magione, chiesa della Madonna delle Grazie
Bartolo di Fredi (Siena, notizie 1353-1410) e Jacopo di Mino del Pellicciaio (Siena, notizie 1344-1396)
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 Chiese

G. Riganelli – A. Tiroli – E. Lunghi – C. Mancini, La Madonna delle Grazie di Magione, Perugia 2011.


Magione
AFFRESCO DELLA CHIESA DELLA MADONNA DELLE GRAZIE
Magione, chiesa della Madonna delle Grazie
Bartolo di Fredi (Siena, notizie 1353-1410) e Jacopo di Mino del Pellicciaio (Siena, notizie 1344-1396)
Madonna delle Grazie
Iscrizione: A(nno). D(omini). M.CCCLXXI. Questa uope(r)a fece fare M(esse)r Fra(n)cesco Signio(r)e (...)
Affresco staccato a massello, cm. 00-00


Il dipinto dell'altare maggiore ritrae Maria che allatta al seno Gesù bambino. La Vergine è seduta in trono, ha il capo coronato e indossa un manto azzurro trapunto di stelle. Due angeli in volo reggono un drappo in broccato che serve da spalliera. Altri sei angeli, in piedi accanto al trono, levano oggetti simbolo di castità e cartigli con inni di giubilo; uno degli angeli presenta un donatore vestito da cavaliere, con cotta spada e cimiero. Ai piedi del trono, tra i simboli della luna e del sole, è sdraiata la figura di Eva, con indosso una tunica bianca e la pelle di un caprone. Ha in mano un cartiglio con la scritta Serpens dece(pit) me et co(me)di e un ramo di fico. Un serpente dal volto di donna le avvolge le spire intorno all'omero e le porge un fico con la bocca. Ai lati di Eva sono due figurette in ginocchio: un pellegrino a sinistra e un eremita a destra.
Il dipinto ha le caratteristiche di unaMaestà viaria. Verosimilmente era protetto da una edicola addossata all'ospedale della Madonna del Pian del Carpine, corrispondente alla parete occidentale della chiesa odierna. Sullo scorcio del XVI secolo fu costruita una chiesa per il servizio dell'ospedale e l'affresco venne a trovarsi all'interno dell'edificio. Poco dopo il 1639 la Maestà fu staccata a massello e fu trasferita sull'altare maggiore.
Il "Messer Francesco" vestito da cavaliere che compare ai piedi della Vergine è stato identificato in Francesco Casali, signore di Cortona dal 1363 al 1375, sulla base della divisa araldica d'oro e d'azzurro che indossa. La divisa è identica allo stemma di Francesco Casali presente nel nodo di un calice conservato presso il Museo Diocesano di Cortona, che fu realizzato dall'orafo senese Michele di Tommaso. Nel giugno 1371 Francesco Casali scampò a un tentativo di avvelenamento ordito dal cardinale Pierre d'Estaing, legato di Gregorio XI. Fu probabilmente per lo scampato pericolo che venne commissionata la Maestà di Magione.
All'interno della chiesa di San Francesco di Cortona sono presenti alcuni dipinti murali che risalgono ai tempi della signoria di Francesco Casali, nei quali è riconoscibile la stessa maniera dell'affresco di Magione. Questi dipinti sono stati attribuiti ai pittori senesi Bartolo di Fredi e Jacopo di Mino del Pellicciaio, dei quali è nota un'attività anche a Perugia e in altri centri dell'Umbria. In particolare, Jacopo di Mino del Pellicciaio dipinse anche a Montepulciano e a Città della Pieve. Nel 1368 Bartolo di Fredi e Jacopo di Mino si associarono in una compagnia per poter ottenere la commissione della cappella di Sant'Ansano nel Duomo di Siena. Non è dunque improbabile che la stessa situazione si sia riproposta anche per il dipinto magionese.
Indipendentemente dall'identità dell'autore, l'origine senese del dipinto trova conferma nella dipendenza da modelli iconografici riconducibili a invenzioni di Pietro Lorenzetti e del fratello Ambrogio, e dall'imitazione di soluzioni stilistiche legate all'attività dei fratelli Lorenzetti e di Simone Martini.
La presenza congiunta di una Madonna del latte e di Eva con il frutto dell'albero proibito allude al ruolo svolto daMaria "nuova Eva"nella storia della salvezza: di Eva simbolo della fecondità e di Maria simbolo della rigenerazione dal peccato originale. A questa condizione alludono i testi del cartigli alzati dagli angeli.

 


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