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 personaggi storici

Giovanni da Pian di Carpine, Storia dei Mongoli, a cura di P. Daffinà, C. Leonardi, M. C. Lungarotti, E. Menestò, L. Petech, Spoleto 1989, pp. 49-67; G. Riganelli, Religione e strutture religiose in area magionese dall’antichità ai primi secoli dell’età moderna, in Magione: venti secoli di storia, cultura, ritratti e spiritualità, Magione 2001, pp. 1-177.


Comitato Fra Giovanni da Pian di Carpine
CONTATTI: Giampietro Chiodini chiodini.giampietro@crumbria.it;
Umberto Mannocchi
umberto_mannocchi@hotmail.com



Magione
FRA GIOVANNI DA PIAN DI CARPINE

Nato a Pian di Carpine, attuale Magione (PG), intorno al 1190, Giovanni dovette avere contatti forse anche abbastanza stretti con i Cavalieri Gerosolimitani, attuali Cavalieri di Malta. Probabilmente furono tali rapporti, con i fratres dell’ospedale di S. Giovanni (castello dei Cavalieri di Malta) o con coloro che vi erano ospitati, a favorire l’apprendimento delle lingue da parte del futuro francescano. Egli, stando a quanto riportato nella Chronica di Giordano da Giano, sapeva predicare sia in latino che in lombardico e, se ci si attiene al cronista parmense Salimbene de Adam, era un letterato dotato di una notevole eloquenza. La preparazione culturale di Giovanni dovette in qualche modo renderlo particolarmente sensibile anche alla ventata di novità arrecata alla Chiesa dal francescanesimo; il suo ingresso nell’Ordine, avvenuto intorno al 1215, ne costituisce una testimonianza eloquente. Le sue doti, unite alla notevole preparazione culturale, gli giovarono numerosi incarichi e, nel 1221, fece parte di una missione francescana in Germania con l’incarico di diffondere il francescanesimo in quell’area dopo il fallimento di una missione precedente, del 1219. A distanza di due anni dal suo arrivo in terra tedesca, nel 1223, era nominato custode di Sassonia e l’anno seguente lo si ritrova a Colonia. Nel 1228 fu nominato ministro provinciale della Germania. Grazie all’energica azione di Giovanni, in tale periodo i conventi francescani in questa parte dell’Europa si moltiplicarono e l’Ordine si diffuse in maniera capillare. Inviato in Spagna come ministro all’inizio degli anni ’30, nel 1232 venne richiamato e nuovamente inviato in Germania dove, fino al 1239, ricoprì la carica di ministro provinciale della Sassonia. Si giunge così al 16 aprile 1245, quando la mattina di Pasqua il francescano, insieme a Stefano di Boemia, si metteva in viaggio da Lione verso la corte del Khan dei Mongoli portando con sé  una lettera di Innocenzo IV. Il 22 luglio dell’anno successivo, dopo aver percorso circa 10.000 chilometri e aver affrontato un viaggio estenuante – ne sia prova il fatto che il suo compagno, Stefano, fu costretto a fermarsi a Kanev perché gravemente malato e insieme a Giovanni proseguì, Benedetto Polono, anch’egli francescano –, giunse nelle vicinanze di Caracorum, dove dimorava Cuiuc, figlio del defunto khan Ogödei, alla vigilia della sua incoronazione. Questa si ebbe il 15 agosto, nel quriltai, la grande assemblea elettorale mongola. A distanza di poco meno di tre mesi dall’incoronazione del Khan, l’11 novembre, veniva consegnata a Giovanni la lettera di risposta da consegnare al pontefice e, il 13 novembre, aveva inizio il viaggio di ritorno veso Lione dove giunse nel novembre del 1247. Di questo viaggio egli ha redatto un resoconto, l’Historia Mongalorum, di fondamentale importanza per le conoscenze di luoghi, abitudini ed usi di popoli fino ad allora pressoché sconosciuti. Ma non solo! Quest’opera costituisce di fatto, e ancora ai nostri giorni, uno dei principali punti di riferimento per la storia del popolo mongolo nel secolo XIII, quando sotto la guida di Gengis Khan e dei suoi successori si ebbe la fondazione di un impero che andava dalle regioni russe più occidentali fino a comprendere la Cina, dalla Persia fino alle regioni più settentrionali dell’Asia.

     Nel 1248 il francescano venne inviato presso il re di Francia, Luigi IX, quale ambasciatore di Innocenzo IV e, nello stesso anno, fu nominato arcivescovo di Antivari, nel Montenegro, con l’incarico di porre fine alle lotte interne che dilaniavano quest’area. Giovanni dovette qui sostenere una lunga vertenza con il vescovo di Ragusa (Dubrovnik) che avanzava pretese sulla regione montenegrina, vertenza che a quanto sembra ebbe termine soltanto all’inizio dell’estate del 1252. A distanza di neanche un mese dalla conclusione della controversia, il 1 agosto, Giovanni moriva probabilmente nella stessa Antivari.

     Al di là del posto che questa figura assume nel panorama storico di quei tempi, sia sotto l’aspetto di viaggiatore – aprì in pratica la via dell’Oriente ad altri soggetti tra cui lo stesso Marco Polo –, sia come diplomatico, visto il delicato incarico di consegnare la missiva del pontefice e quindi rappresentarlo presso il sovrano di un popolo che stava minacciando l’intera Europa, quello che qui occorre evidenziare è l’apertura mostrata da Giovanni verso altre realtà, dalla Spagna alla Germania, dai Balcani alla Francia e alla Mongolia. Questa dote, se pure innata e affinatasi nel corso delle varie esperienze maturate nel corso della vita, dovette forse emergere proprio grazie ai contatti avuti in gioventù, quando iniziò ad ascoltare lingue diverse, quando imparò ad accettare modi di vita propri di altre realtà, quando magari dai racconti dei cavalieri che si trovavano nell’ospedale fu in qualche modo stimolata la sua curiosità e si fece strada in lui la volontà di apprendere ciò che accadeva oltre i ristretti orizzonti della comunità in cui era nato.


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